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Un anno di Pixar: da Milano a Mantova

Si è chiusa il 10 giugno, a Mantova, la mostra Pixar: 25 anni di animazione. Un anno all’insegna del mondo Pixar, da Milano a Mantova. Ora la mostra lascia l’Italia e vola verso la Germania.

Tutto è iniziato il 21 novembre 2011 quando a Milano il Teatro Dal Verme è stato invaso da oltre mille persone desiderose di incontrare dal vivo John Lasseter e di ascoltare i suoi racconti su Pixar e dintorni… Quando la diretta streaming ha raggiunto i 35.000 ascoltatori e su Twitter spopolava l’hashtag #mmgLasseter.
Un segnale, in quella sera d’inverno, che Milano – e in più in generale l’Italia – erano pronte a tuffarsi in questo viaggio espositivo che, nel suo voler accostarsi all’arte tradizionale, ha portato in mostra l’innovazione.

Un progetto di mostra classico – con disegni, acquerelli, pitture, sculture – per esibire l’arte digitale.
Se a Milano la mostra è stata accolta nella cornice del PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea e spazio aperto alle contaminazioni tra generi), a Mantova si è potuto a tutti gli effetti parlare di “Rinascimento Digitale”: la mostra infatti si è tenuta nel meraviglioso Salone delle Fruttiere a Palazzo Te: la creatività degli artisti di San Francisco giunge tra le stanze di uno dei Palazzi simbolo del Rinascimento italiano, voluto e nato dall’incontro tra Giulio Romano e Federico II Gonzaga nel 1524 e raccontato dal Vasari nelle sue Vite.
Come ha scritto Pietro Grandi – esperto e grande appassionato di Pixar – nel contributo che ci ha inviato per il “guestbook digitale”: «Secondo voi, se la famiglia Gonzaga fosse al potere oggi, avrebbe portato in Italia le opere Pixar per creare la propria “galleria delle meraviglie” e farsi vanto con i propri ospiti, alla ricerca del bello? Io credo di sì». E lo crediamo anche noi. Perché – come abbiamo avuto modo di capire ed esplorare in questo “anno” di mostra – la ricerca degli artisti pixariani non è volta solo al potenziamento tecnologico, ma alla narrazione di storie, alla costruzione di mondi verosimili in cui adulti e bambini possono immedesimarsi con gli stessi livelli di emozione.

Film live-action capaci di alimentare conoscenza e immaginazione, emozioni fanciullesche e riflessioni mature. Per raggiungere obiettivi così rari e difficili è chiaro che non basta la tecnologia, ma serve quel concetto di matrice rinascimentale dell’arte per l’arte.
L’arte non ricerca che se stessa ed è così che crea nuove possibilità e nuovi orizzonti.
Il senso della mostra Pixar è racchiuso qui e il desiderio di portarla in Italia era volto a dimostrare che il digitale – espresso ai suoi più alti livelli – è degno di configurarsi come forma d’arte contemporanea al pari delle precedenti sperimentazioni.

La mostra Pixar, infine, ci ha permesso di capire che coniugare la tecnologia con la conoscenza e la cultura è possibile. Anzi che è la strada da percorrere per il futuro. Come ha detto Maria Grazia Mattei – curatrice della mostra in Italia – «Non siamo più nella fase della tecnologia fine a se stessa, adesso lo scatto in avanti sta nell’avere un approccio culturale alla tecnologia, nell’utilizzarla per la ricerca di senso».

Anche a Mantova la mostra ha riscosso un grande successo con 80.058 visitatori in 78 giorni di apertura. Una media di 1026 ingressi al giorno. Nonostante la chiusura causata dai pericoli del terremoto, nell’ultimo weekend (9/10 giugno) si è data la possibilità di visitarla a chi non aveva ancora potuto godere dell’esposizione che parte in questi giorni con destinazione Bonn.

Questi sono anche gli ultimi giorni per partecipare al “guestbook digitale” della mostra, un’idea nata per raccogliere e raccontare alla Pixar le impressioni del pubblico italiano, attraverso brevi contributi, post, disegni o fotografie.
Chi fosse interessato a partecipare può trovare qui le istruzioni e inviare il materiale alla mail pixartime@gmail.com.

Verso l’infinito e oltre… alla prossima avventura!

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