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Le Radici del Nuovo – Deep Space

Giannandrea Inchingolo – Into the (Un)known

“Into the (un)known” è un’esplorazione del Cosmo, in cui i dati astrofisici più recenti vengono esaltati in vere e proprie opere d’arte, permettendo al pubblico di accedere a scenari – finora riservati solo ai ricercatori – con un’immediatezza emotiva. Immagini, video, suoni e esperienze di realtà virtuale consentono all’osservatore di immergersi in alcuni degli scenari più evocativi dell’Universo, dove è possibile “ascoltare” la luce, oltre che vederla.

“Into the (un)known” non risponde a domande astrofisiche, ma vuole stimolarne di nuove. Perché curiosità e meraviglia sono il primo passo per avvicinarsi alla Scienza e alla Ricerca.

Entra in un mondo nuovo e astratto, innaturale a prima vista. Circondato da suoni e immagini familiari, ma lontano dalle tue esperienze. Queste esperienze sono comuni, anche se non le riconosci perché “silenziose” nella tua routine quotidiana. Sono fenomeni che diventano importanti solo su una scala enorme, in un certo senso cosmica, e all’interno di condizioni fisiche incompatibili con la vita umana. La familiare “voce” della luce ti guiderà in questo incredibile mondo.

La luce, la radiazione elettromagnetica generata nei diversi scenari astrofisici dell’Universo, è il principale canale di trasmissione che gli astronomi hanno per esplorare i segreti del Cosmo. La luce, inesauribile esploratrice, racconta i diversi scenari in cui è stata generata: l’esplosione di Supernove, la materia che cade in un buco nero, ecc.

Fenomeni lontani e arcani che sfuggono alla nostra esperienza diretta, ma che sono al centro della ricerca scientifica più avanzata.

È un progetto realizzato con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) in collaborazione con l’Università di Bologna e CINECA.

Adriano Abbado – Spacelife

Video da esperienza VR
Spacelife è un ambiente audiovisivo astratto che può essere esplorato con la tecnologia della realtà virtuale.
È composto da una serie di oggetti creati con sistemi di particelle. I partecipanti possono quindi immergersi in un mondo visivamente ricco e dinamico, scoprendo così punti di vista percettivamente unici.
Le nuove tecnologie potrebbero forse aiutare gli esseri umani a diventare più adatti alla vita nello spazio. Tuttavia, altre forme di vita hanno maggiori possibilità di sopravvivenza nello spazio: tardigradi, batteri cyborg e xenobot. Gli scienziati potrebbero modificare creature esistenti o crearne di nuove in modo che possano sopravvivere nello spazio profondo per lungo tempo. Sarebbe quindi possibile lanciare uno sciame di sonde a propulsione leggera contenenti creature o elementi capaci di generare vita su un corpo celeste. Questo è un punto di vista non antropocentrico: la cosa fondamentale è che la vita, e non solo la vita umana, possa continuare oltre il pianeta Terra.

Yuval Avital  – Unfolding Space

In collaborazione con scienziati della NASA & ESA
Festival BergamoScienza & Contaminazioni Contemporanee, Italia, ottobre 2012
Concerto per chitarra, elettronica dal vivo, visualizzazioni e traduzioni sonore dello spazio cosmico

In “Unfolding Space”, Avital utilizza tre componenti fondamentali condivise tra lo spazio cosmico e la musica: TEMPO, ENERGIA e STRUTTURA.
T E M P O è il denominatore comune più forte di tutti; è la cornice di base in cui si svolgono gli eventi, sia nella fisica che nella musica. Il tempo è anche relativo e può essere riproporzionato in una cornice esterna: un evento sonoro o una sequenza visiva dal Sole, che dura ad esempio 40 giorni, potrebbe essere accelerato in una sequenza di 2 minuti.
E N E R G I A è presente ovunque nello spazio cosmico. Dai grandi sistemi come gli ammassi stellari e le galassie ai campi elettromagnetici dei pianeti e allo sguardo di un essere umano, l’universo è in continua vibrazione. Simile al principio della trasposizione musicale, i componenti misurati di energia nello spazio possono essere adattati al nostro range uditivo (20 Hz – 20.000 Hz), grazie alle nuove tecnologie applicate alla fisica.
S T R U T T U R A è il macro sistema che crea la regola principale in cui operano i componenti. Questa è stata la sfida più difficile da rivelare in questo progetto.

Yuval Avital – composizione, visualizzazioni, chitarra
Giovani Cospito – elettronica dal vivo

Contributori scientifici:
Marcelo Coradini (coordinatore NASA/ESA) – consulente scientifico
Philippe Zarka (osservatorio di Parigi, CRNS) – traduzioni sonore di materiali da Giove, Saturno e buchi neri
Alexander G. Kosovichev (università di Stanford) – traduzioni sonore del Sole e dei terremoti solari

Rasa Šmite and Raitis Šmits – Deep Sensing

Attraverso la fusione di arte, storia e scienza, Deep Sensing offre al pubblico una prospettiva unica sulla vastità e complessità dell’universo. Set di dati sui venti solari e sulle fluttuazioni della ionosfera vengono visualizzati e sonificati in un’installazione audio-video.

Deep Sensing è creata da Rasa Šmite e Raitis Šmits, artisti del Centro per la Cultura dei Nuovi Media (RIXC) a Riga, in Lettonia. Questa installazione trae ispirazione dallo storico radiotelescopio RT-32 situato a Irbene, nella Lettonia occidentale. La gigantesca antenna di 32 metri era originariamente progettata per ricevere segnali dallo spazio e dall’atmosfera.

Vent’anni dopo, durante una grande conferenza di astronomia intitolata “RT-32. Laboratorio di Spazio Acustico” (2001), i due artisti decisero di tornare al radiotelescopio di Irbene per avviare un progetto di ricerca che affronta questioni socio-ecologiche. In questa nuova interpretazione, l’antenna non è più rappresentata come un oggetto massiccio, ma piuttosto come una nuvola di punti intangibili che mostrano dati sonori.

Deep Sensing riflette sulla storia e l’evoluzione del radiotelescopio, nonché sul ruolo cruciale che continua a svolgere nella ricerca spaziale. Gli artisti di RIXC utilizzano la tecnologia per creare un’esperienza immersiva che consente al pubblico di comprendere meglio la convergenza delle radiazioni cosmiche in questo specifico punto sulla Terra, ricevendo onde elettromagnetiche dal Sole, da altri pianeti, stelle in altre galassie e persino dai misteriosi buchi neri ancora inesplorati.

Attraverso la fusione di arte, storia e scienza, Deep Sensing offre al pubblico una prospettiva unica sulla vastità e complessità dell’universo.

 

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