Post
Renaissance Dreams, la magia di Refik Anadol continua
Nella sala immersiva di MEET è allestita l’installazione site-specific “Renaissance Dreams” di Refik Anadol, il primo lavoro in Italia del media artist e regista turco, che vive e lavora a Los Angeles.
L’opera è ispirata al Rinascimento Italiano ed è composta da quattro capitoli, ciascuno incentrato su altrettanti “temi”: pittura, scultura, testi letterari e opere architettoniche, create tra il 1300 e il 1600 nel nostro paese. Un milione di immagini che restituisce solo una porzione della vertiginosa produzione artistica italiana in questi secoli.
Quella enorme mole di dati – tutti in public domain quindi riproducibili e riutilizzabili legalmente – è stata elaborata dal team di Refik Anadol composto da programmatori, designer, architetti, data scientist ed ingegneri esperti di machine learning.
Il primo passo è stato quello di far processare le immagini attraverso algoritmi GAN in grado di auto-apprendere e generare una forma multidimensionale dinamica.
Il processo creativo uomo-macchina è così partito con una serie di passaggi tecnici molto complessi durato mesi. Il risultato finale è una “passeggiata” ipnotica sulle tracce della storia dell’arte italiana che è costruita appositamente per gli spazi di MEET. Il corpus di opere rinascimentale re-interpretato dalla macchina è diventato altro, senza perdere di poeticità ma anzi rinnovando la connessione con il passato.