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Landscape Upgrade e Interactive Design
I grandi pensatori non creano da zero ma si inseriscono in una scia di cambiamento e innovano partendo dall’esistente. L’architetto e designer Daan Roosegaarde, ospite a Meet the Media Guru il 16 aprile 2015, appartiene sicuramente a questa categoria.
Nei suoi progetti ambiente e tecnologia si fondono per valorizzarsi l’un l’altro. L’obiettivo non è solo quello di soddisfare il senso estetico, ma di trovare risposta a una visione più ampia che parla di sostenibilità e nuovi, futuristici modi di vivere.
Anticipiamo l’intervento di Daan Roosegaarde con una ricognizione nelle intersezioni tra architettura, design e ambiente.
Opere come il Guggenheim Museum di Frank Gehry, esempio di disruptive innovation proprio per l’impatto che ha avuto sulla percezione dell’intera città di Bilbao, oppure la High Line che rivalorizza un vecchio tracciato ferroviario a Manhattan fino a farlo diventare piazza d’incontri e meta turistica, o ancora i numerosi progetti di Musei Diffusi, rendono manifesto un nuovo ruolo dell’architetto e del designer. Rispondere alle problematiche del quotidiano guardando al futuro con una visione critica e, al tempo stesso poetica.
Già con Carlo Ratti avevamo esplorato l’argomento del sensible design definendo l’architettura come qualcosa in grado si sentire e rispondere alle sollecitazioni umane.
Esattamente un anno fa ci confrontavamo con Paola Antonelli partendo dalla sua raccolta di oggetti e soluzioni interattive per la mostra Talk to me allestita al MoMA. Vi ricordate il progetto anti-mine di Massoud Hassani e Sputniko! Menstruation Machine per far vivere l’esperienza del ciclo agli uomini?
Una sessione della mostra riguardava anche come apparirà la città del futuro in un mondo sempre più affollato di dati e sempre più interconnesso. Oltre alla visione di Keiichi Matsuda con la sua Augmented City ci spostiamo a Tokyo per scoprire N Building façade, edificio reso trasparente e interattivo da un QrCode.
Quando poi le sperimentazioni incontrano un luogo di cultura l’effetto è amplificato. E’ il caso di BIX Communicative Display Skin, in cui Jan e Tim Edler hanno ricoperto l’intera facciata del Kunsthaus Graz (Austria) con una superificie di tubi fluorescenti creando uno schermo urbano oversize progettato per far esplodere le capacità comunicative dell’edificio rispetto alla città che lo circonda.
Valorizzare un bene culturale è uno dei must su cui intervengono numerosi architetti su larga o piccola scala. Daan Roosegaarde l’ha messo in atto a Lille nella chiesa di Sainte Marie Madeleine, splendidamente restaurata ma poco visitata, creando Lotus, un enorme fiore che racchiude luce al suo interno. Captando il calore umano dei visitatori, le migliaia di piccoli petali che compongono l’installazione si schiudono per lasciar filtrare la luce che tocca e plasma i dettagli architettonici, messi in evidenza per un attimo prezioso.
Come sottolinea Roosegaarde in un’intervista a Laura Traldi,
il bello di queste installazioni è che non cambiano le strutture architettoniche ma la percezione che ne hanno le persone.
E se il design rispondesse a problematiche ambientali? The Smog Free Project oltre a offrire una soluzione tecnologica per ripulire l’aria creando a Beijing il primo Smog Free Park, si propone come un movimento per “condividere un nuovo mondo”.
L’appuntamento è il 16 aprile, al Museo Nazione della Scienza e della Tecnologia, per guardare a un design che supera le barriere e progetta un mondo migliore guidati da Daan Roosegaarde.
Per partecipare all’evento, iscrizioni e informazioni a questo link.