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L’AI entra in redazione. E non è una cattiva notizia
L’intelligenza artificiale entra in redazione. Come, ce lo spiega Francesco Paulo Marconi per il primo Meet the Media Guru del 2018 in collaborazione con Accenture e Digital360.
Giornalista e saggista portoghese naturalizzato statunitense, fresco di nomina quale Capo della Ricerca e dello Sviluppo del Wall Street Journal e Responsabile dell’Editorial Lab, Marconi ha lavorato per l’agenzia stampa Associated Press dove si occupava di strategia e sviluppo per i media. Nel 2017 è stato nominato Media Top Innovator da MediaShift20 per il suo lavoro sull’augmented journalism. Leggi la sua guida How artificial intelligence will impact journalism.
Di come l’AI stia cambiando il modo di produrre e divulgare notizie, Marconi parlerà lunedì 9 aprile alle ore 19.30 all’Auditorium del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci (via San Vittore 21). ISCRIVITI.
In un’intervista rilasciata nell’agosto 2017 a Mara Accettura per D La Repubblica, Marconi racconta che da anni Associated Press utilizza l’intelligenza artificiale per ottimizzare il lavoro: “Nel 2013 alcuni addetti al desk (n.d.r. i giornalisti che fanno “cucina redazionale”) ci hanno chiesto di essere liberati dai compiti ripetitivi, notizie per cui non ci vuole una grande creatività.” Per esempio, pezzi su andamenti economici e statistici, risultati sportivi, notizie piene di dati e numeri che una macchina “sa far parlare” meglio di una persona.
Voluta per implementare il volume delle notizie, l’AI si è rivelata utile anche a livello editoriale: “Con il tempo risparmiato i giornalisti hanno potuto dedicarsi a storie più multimediali e a inchieste”.
Se cambia il modo di costruire le notizie, non può che trasformarsi anche l’identikit di chi con le notizie ci lavora. “Dieci anni fa avremmo assunto qualcuno che scrivesse molto bene un testo e qualcuno bravo con le foto. Oggi cerchiamo profili multimediali che siano a proprio agio con la tecnologia e abbiamo assunto uno dei primi Automation editor” sintetizza ancora Marconi per D La Repubblica.
Il messaggio è chiaro: oltre ad un’ottima capacità di scrittura, una buona digital literacy, una vasta rete di contatti e il cosiddetto fiuto per la notizia, chi oggi e domani vuole lavorare per una testata giornalistica deve avere dimestichezza con coding e algoritmi, conoscere device e applicativi che consentono di “aumentare” la notizia. Quali? Ad esempio software di data collecting e analysis oppure visori VR e videocamere 360°.
Un nuovo mondo si apre davanti a chi nel mondo del giornalismo lavora. Un orizzonte diverso attende quanti le notizie le sfogliano, le cliccano, le guardano: più o meno tutti, insomma. Vale la pena di saperne di più. Lo scoprireremo con Francesco Paulo Marconi è il 9 aprile (ore 19.30) al Museo della Scienza. Per partecipare, è obbligatoria la registrazione a questo link.
L’incontro è accreditato per la Formazione Continua dei giornalisti. Per ottenere i crediti, è necessario registrarsi sulla piattaforma Sigef.