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Il futuro (aumentato) degli eventi live – Q&A con Eddie Choi
Fiera del futuro = Tecnologia + marketing. Si può riassumere così la vision di Eddie Choi, primo ospite di Exhibitionist 2014 e uno dei maggiori esperti al mondo di eventi fieristici 2.0.
In questa intervista abbiamo provato ad approfondire alcuni dei temi che da sempre seguiamo da vicino: dal ruolo della realtà aumentata all’utilizzo (non invasivo) dei social media, passando per le tecnologie di tracking e i confini della privacy.
Q: Quali tecnologie sono destinate ad avere l’impatto più forte sulle fiere e gli eventi del futuro? La realtà aumentata? La Near Field Communication? I Big Data?
A: Credo che il futuro delle fiere sarà un mix di tecnologia e di marketing. In questo mix ciascun strumento va utilizzato in maniera strategica per raggiungere un obiettivo ben preciso.
Si prenda ad esempio la realtà aumentata. Riesce a stimolare la visione attraverso un’esperienza surreale, facendo vedere qualcosa che è impossibile portare nello spazio fisico. Può essere sfruttata per proporre un tour virtuale della fiera. O, ancora, durante una sfilata, per offrire un’esperienza del tutto nuova, come ad esempio la trasformazione di un tessuto in un vestito in tempo reale.
Una card NFC funziona bene per essere utilizzata su un badge per facilitare non solo lo scambio di informazioni, ma anche l’integrazione online e offline. Due anni fa a Shanghai, in Cina, ho sperimentato una card NFC per la registrazione e la conservazione degli account social media. In questo modo i visitatori venivano incoraggiati a scattare foto dell’evento e poi condividerle più velocemente sui social media. Tutto ciò ha aiutato ad amplificare la portata dell’evento.
Per quanto riguarda i Big Data, è sempre importante analizzare i dati e capire cosa si nasconde dietro i numeri. E su questo tendo sempre a dare un consiglio. Chiedi a te stesso: vuoi numeri o vuoi risposte? I numeri potrebbero non portarti all’azione, mentre le risposte si.
In breve, il futuro delle fiere è già qui. Noi, come marketer, dobbiamo essere consapevoli che ciascuna tecnologia è destinata a diventare un punto di contatto. Possiamo usare la realtà aumentata per coinvolgere gli occhi dei visitatori, la NFC per catturare le sue informazioni e qualificare le sue intenzioni, i Big Data per analizzare tutti i dati raccolti.
Q: Quale utilizzo immagina per i dispositivi wereable, tipo i Google Glass?
A: I dispositivi wereable influenzeranno di sicuro il modo in cui si progettano le fiere. Ci permetteranno di creare più interazioni, di acquisire e scambiare informazioni. Immagino un futuro dove basta stringere le mani e i nostri smartwatch si scambiano le business card.
Q: In base alla sua esperienza, qual è il modo più efficace e meno invasivo per utilizzare i social media durante un evento live?
A: I social media riguardano tre fattori fondamentali: la socialità, la localizzazione, la mobilità. Più gli organizzatori riescono a incentivare la partecipazione, migliori saranno i risultati. Ho visto alcune fiere utilizzare LinkedIN per assumere professionisti. I social media danno maggiore intimità agli individui e non bisognerebbe mai usarli per veicolare la classica pubblicità.
Per quanto riguarda la partecipazione, il modo più efficace per incentivarla è mettere a disposizione strumenti di social login per la registrazione online. Invece di richiedere ai partecipanti di compilare un lungo modulo, meglio permettergli di completarlo attraverso le credenziali di Facebook, Twitter, LinkedIN o Google+. In questo modo gli organizzatori riescono ad ottenere informazioni autorizzate e rilevanti.
Q: In che modo le strategie data-driven cambiano l’organizzazione di una fiera? E come si può conciliare tracking dei visitatori con il rispetto della privacy?
A: Gli organizzatori di eventi che ricorrono a strategie di marketing data-driven riescono a ottenere informazioni cruciali sul “chi-cosa-quando” dei visitatori. A quali prodotti sono maggiormente interessati? Quando arrivano, fanno check-i e visitano gli stand? Chi sono i buyer? Possiamo profilarli? Tutti questi dati possono essere usati per organizzare i contenuti in maniera più rilevante.
Al tempo stesso, il semplice fatto che si possano tracciare i comportamenti, non vuol dire che si può invadere la privacy. E questo avviene ogni qual volta siamo bombardati da informazioni irrilevanti. Quando un messaggio non è pertinente, vuol dire che alle spalle non c’è una buona strategia data-driven.