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Forse Sta Arrivando!

Mauro Martino, artista e scienziato, una delle voci più autorevoli nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale è stato più volte ospite di MEET nei suoi appuntamenti più importanti dedicati all’innovazione e allo sviluppo dei legami fra tecnologie e arte.
Martino è stato ospite in entrambe le edizioni di The News Atlas of Digital Arts e il suo lavoro sugli NFT’s e la Intelligenza artificiale, Mapping the NFT Revolution è stato uno dei percorsi espositivi di grande successo a MEET nel 2022, così come il suo intervento al Meet The Media Guru dello stesso anno.
In questo articolo Mauro Martino affronta uno dei temi più affascinanti e sfidanti della Intelligenza Artificiale, quella dell’AGI (intelligenza artificiale generale) ovvero la simulazione dell’intelligenza umana. Dunque arriveremo presto a confrontarci alla pari con le macchine? Sarà necessario un controllo o potremo convivere in armonia con loro?
Mauro Martino ci apre la mente su scenari incredibili anche inquietanti, ma ci prospetta uno straordinario futuro.


Le parole di Geoffrey Hinton hanno smosso gli animi di tutti i ricercatori nel campo dell’intelligenza artificiale. Parliamo di una delle persone piu autorevoli al mondo, non solo per aver intuito prima di tanti altri il potenziale dell’apprendimento profondo, contribuendo allo sviluppo delle reti neurali backpropagation e le reti neurali convoluzionali, ma soprattutto per aver formato ed influenzato alcuni tra i migliori scienziati del momento. Primo fra tutti il russo Ilya Sutskever, ex studente di dottorato di Hinton, cofondatore e Chief Scientist di OpenAI, probabilmente una delle mente piu brillanti al mondo, forse capace di sviluppare l’AGI (intelligenza artificiale generale) e portare l’umanità ad un nuovo stadio evolutivo. Dobbiamo a Ilya Sutskever lo sviluppo di AlexNet, di AlphaGo, delle RNN (reti neurali ricorrenti), TensorFlow, e ora di ChatGPT. Il suo nome è dietro a tante delle piu grandi innovazioni nel campo dell’IA.

Penso sinceramente che Sutskever ci stia portando verso la scoperta delle scoperte, l’innovazione tecnico scientifica che aprirà una nuova stagione nell’esplorazione dell’ignoto. Viviamo immersi nella tecnologia e nella conoscenza scientifica e molto spesso dimentichiamo che siamo solo all’inizio di un lunghissimo percorso di ricerca. Non sappiamo quasi nulla della natura che ci circonda. Come disse il famoso fisico Isaac Newton, “Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo è un oceano“.
L’AGI ha la capacità di comprendere, apprendere e applicare l’intelligenza in un’ampia gamma di compiti allo stesso livello o superiore a quello di un essere umano. Nel caso superasse le capacità umane entreremo in una nuova fase storica. L’AGI inizierebbe a scrivere e migliorare il proprio codice meglio di qualunque ingegnere informatico, espandendo progressivamente le proprie capacità di apprendimento e di creazione di nuova conoscenza. Ci troveremmo di fronte a quello che il pluripremiato scienziato e inventore Ray Kurzweil chiama “Singolarità”. Da questo punto in poi le nostre conoscenze si amplificheranno a livelli mai visti prima. Potremmo addirittura arrivare a scoprire grazie all’AGI il modo per smettere di invecchiare, avete capito bene! Uno dei primi regali dell’AGI all’umanità sarà l’immortalità.
Se Sutskever ci porterà verso l’immortalità nei prossimi 10 anni nessuno lo può dire, ma per la prima volta un numero impressionanti di scienziati pensano che sia possibile. Il motivo non è molto semplice da spiegare, ma proviamoci ugualmente!

Tre anni fa abbiamo osservato un nuovo fenomeno: le cosiddette “leggi di scalabilità”.
Queste leggi descrivono come i modelli di linguaggio neurale (LLM), sofisticate forme di IA che apprendono e interpretano il linguaggio umano, migliorino le loro prestazioni all’aumentare delle dimensioni del modello, della quantità di dati di addestramento e della potenza di calcolo utilizzata.
Ilya Sutskever e molti altri esperti sostengono che queste leggi di scalabilità potrebbero essere la chiave per sbloccare l’AGI. Pensate a questi modelli come a degli studenti. Più studiano e si esercitano, più diventano intelligenti. Se continuiamo a “ingrandire” questi modelli, potrebbero alla fine diventare abbastanza intelligenti da eguagliare, o addirittura superare, l’intelligenza umana. Questo è il motivo per cui negli Stati Uniti stiamo sviluppando centri di calcolo mai visti prima, e probabilmente molte altre nazioni stanno facendo la stessa cosa.
La competizione globale per costruire super computer in grado di far nascere l’Intelligenza Artificiale Generale (AGI) sta prendendo piede, si potrebbe paragonare questa competizione alla famosa “Corsa all’oro della California” del XIX secolo. Come i cercatori d’oro erano attratti dalla promessa di ricchezza e fortuna, così le nazioni stanno investendo enormi risorse per cercare di “scavare” la preziosa AGI dalle profondità dei dati digitali. Ogni nazione spera di essere la prima a “colpire l’oro”, ovvero a creare un’AGI funzionante. Ma c’è anche un altro paragone, meno romantico ma altrettanto significativo: la “Corsa agli armamenti” durante la Guerra Fredda. In questo caso le nazioni stanno gareggiando non solo per il prestigio, ma anche per la sicurezza. La paura che un’altra nazione possa sviluppare un’AGI prima di loro potrebbe avere conseguenze imprevedibili. Nel caso foste inguaribili romantici e sognatori vi propongo un esempio più poetico, potremmo pensare alla “Corsa alla Luna” degli anni ’60. Come allora, la sfida di creare un’AGI è un obiettivo che sembra essere al di là delle nostre capacità attuali, ma che promette enormi ricompense scientifiche e culturali. È una corsa verso l’ignoto, un salto nel futuro guidato dal desiderio di espandere i limiti di ciò che è possibile.
Qualunque sia il raffronto con il passato piu plausibile per voi, state certi che sarà una corsa feroce!

Si prova paura e sgomento per quello che sta per accadere, o non accadere. Le paure nascono quando vediamo qualcosa per la prima volta. Prima di ChatGPT-4 non avevamo mai visto un algoritmo rispondere cosi bene a domande lunghissime e intricate, scrivere saggi di cosi alta qualità, fare traduzioni cosi perfette, riassunti impeccabili. In qualche modo ci sentiamo feriti come genere umano, deprivati di un nostro potere.
La cosa piu umiliante è vedere l’algoritmo superarci nei campi in cui ci consideravamo imbattibili! Va bene che sappia guidare una macchina, un aereo, una nave, ma mai e poi mai potrà batterci nel comprendere gli altri, la nostra empatia verso il prossimo non può avere rivali. Cosi il 28 Aprile, 2023 esce un articolo scientifico spiazzante: “Confronto tra le risposte dei chatbot di medici e dell’intelligenza artificiale a domande dei pazienti pubblicate su un forum pubblico sui social media” dell’università della California San Diego. Questo studio ha messo a confronto le risposte dei medici con quelle di un assistente virtuale, ChatGPT, in un ring digitale del tutto inedito. Il campo di battaglia? Il forum pubblico di Reddit, r/AskDocs, un luogo dove pazienti da tutto il mondo pongono le loro domande ai medici.
Per garantire un confronto equo, gli studiosi hanno pescato a caso 195 domande, a cui dei medici aveva risposto nell’ottobre 2022. Le stesse domande sono state poi rivolte a ChatGPT in una sessione completamente nuova, senza alcuna informazione pregressa. E così, il 22 e 23 dicembre 2022, l’assistente virtuale ha dato la sua versione delle risposte.
Ma come si decide il vincitore in questo confronto tra intelligenza umana e artificiale? Un team di professionisti sanitari autorizzati ha valutato in triplice copia le risposte, scegliendo quale fosse la migliore. Hanno esaminato sia la qualità delle informazioni fornite, su una scala da 1 a 5, che l’empatia espressa nella risposta.
I risultati sono sorprendenti: in oltre il 78% delle valutazioni, le risposte del AI sono state preferite a quelle dei medici. Inoltre, le risposte del AI sono state valutate di qualità significativamente più alta e più empatiche rispetto a quelle dei medici. Ad esempio, la percentuale di risposte giudicate di buona, o ottima qualità era circa 3,6 volte più alta per il chatbot rispetto ai medici, mentre la prevalenza di risposte empatiche, o molto empatiche era quasi 10 volte superiore in favore dell’AI.
La figura 1 mostra chiaramente la vittoria dell’AI contro l’uomo sul piano qualitativo ed empatico.

Figura 1. Distribuzione delle Valutazioni Medie di Qualità ed Empatia per le Risposte di AI-Chatbot e Medici alle Domande dei Pazienti

Questo risultato potrebbe sembrare meno sorprendente se consideriamo ciò che stiamo effettivamente confrontando. Da un lato ci sono medici oberati di lavoro, costretti a rispondere rapidamente a una moltitudine di domande, con pause minime e conversazioni affrettate, per gestire l’elevato volume di richieste. La loro empatia si è gradualmente affievolita, assorbita dalla routine e dal ritmo frenetico della vita quotidiana.
Dall’altra parte, c’è un algoritmo che ha tempo illimitato, ricorda ogni dettaglio e conosce le parole più affettuose e gentili da usare in ogni situazione. È sempre disponibile, non è mai sotto pressione e mantiene lo stesso livello di entusiasmo del primo giorno di “lavoro”.
È ovvio che le nostre prestazioni lavorative non possono rimanere costantemente eccellenti e tendono a diminuire rapidamente a causa del ritmo incessante della vita moderna. In questo scenario, l’intelligenza artificiale emerge come vincitrice indiscussa.
Cosa ci rimane da fare, oltre che attendere per l’immortalità?

di Mauro Martino PhD, Cambridge (MA, US), 16 Maggio 2023

 

 

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