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Evento

Yoichiro Kawaguchi | Zero Gravity Evolution

Zero Gravity Evolution è una exhibition dell’artista giapponese Yoichiro Kawaguchi, esponente di primo piano di quell’ambito di ricerca artistica che tra gli anni ’60 e ’90 del secolo scorso ha sondato in modo sistematico le potenzialità di generazione delle immagini al computer sperimentando in questo modo le possibilità di produrre forme belle o interessanti a partire da sistemi di regole formalizzate.

Zero Gravity Evolution immerge il visitatore nella leggerezza quasi organica di questa rappresentazione ed è un percorso espositivo pensato “in progress”. Ogni mese il pubblico può fruire, nella Immersive Room, di opere diverse dell’artista. Xenion (2003) mira a raggiungere livelli elevati nella creazione di forme di vita artificiali usando la simulazione al computer del metallo liquido. L’opera mostra l’universo interiore di un corpo vivente in continua trasformazione. Con Nebular (2000) l’artista si immerge nell’universo profondo, il deep space, dove materia e antimateria lottano. Poisoned Bergy (2008), infine, è un lavoro pionieristico prodotto in 8K. L’immagine, espressa in giallo e nero, è quella di un ghiacciaio velenoso. Si tratta di un’opera che sfida i limiti espressivi dei “modelli di crescita” per l’espressione artistica. Cytolon utilizza il principio del modello di crescita per esplorare l’immagine dei vasi sanguigni e delle cellule all’interno del corpo umano. Oltre a conferire all’opera un design organico, la differenza con le opere precedenti sta nella fusione del verde e del rosso e nel suo aspetto lucido.

I mondi realizzati da Kawaguchi si ispirano alla natura e sono creati attraverso algoritmi di arte generativa. Da una forma se ne generano altre in un gioco di metamorfosi e di evoluzione continua di espressioni e colori. La natura di Kawaguchi è costituita da elementi onirici, ancestrali e in questo riflette molto la cultura giapponese, dove il rapporto con la tecnologia non è né estraneo né ostile. Le forme della natura basate, ad esempio, su spirali e ramificazioni sono generate non attraverso l’uso di dati di oggetti calcolati tramite misurazioni, ma attraverso l’uso di una struttura algoritmica basata sulle leggi della natura. Sebbene esistano in natura una miriade di forme, esse sono rappresentate sulla base di un principio comune, che può essere espresso con le stesse espressioni matematiche. Del resto, la ricerca artistica di Kawaguchi si colloca a fianco della ricerca scientifica, nel senso che si rivolge – come quella di altri artisti digitali, quali William Latham e Karl Sims – a sondare gli aspetti estetici del biomorfismo digitale. Se la scienza usa le simulazioni per conoscere i meccanismi della vita, investigando le più minute relazioni tra processi di crescita e determinazione delle forme naturali, Kawaguchi cerca sistematicamente di sfruttare le procedure algoritmiche per generare processi morfogenetici dotati di qualità estetica. Al pari della scienza, anche la sua ricerca ha subìto nel tempo un processo evolutivo, muovendo da software molto semplici per adottarne in seguito altri sempre più complessi.

“Con la tecnologia digitale è possibile vedere immagini che non potrebbero essere realizzate con la tecnologia standard, come la comparsa e la crescita dello spazio sempre più denso di una superficie curva. Con le immagini sintetiche-digitali sarà possibile perseguire idee interessanti sia nelle immagini in movimento che in quelle fisse. La facilità di muoversi senza limiti tra immagini fisse e immagini in movimento permetterà di rinnovare costantemente la propria ispirazione personale. Si potrà scegliere di esprimere un sentimento di sostanza prestando attenzione ai minimi dettagli di forma e colore in un’immagine fissa o di esprimere variazioni e cambiamenti concentrandosi sul ritmo del movimento sull’asse del tempo nelle immagini in movimento. Personalmente vorrei essere in grado di percepire fisicamente le nuove immagini sempre fresche che saranno possibili grazie alla ricerca di nuove immagini in computer grafica ad alta definizione. Voglio descrivere l’acqua calda subtropicale, come un oggetto purificato che esiste in un regno di traboccante brillantezza”.

Yoichiro Kawaguchi

 

In questo senso si può affermare che l’opera di Kawaguchi è sostanzialmente mimetica. Essa non si rivolge ad imitare l’apparenza del mondo della nostra esperienza secondo i convenzionali modelli rappresentativi, ma imita la natura emulandone i principi e le leggi di funzionamento. Non diversamente dalle esperienze di molta arte contemporanea “astratta”, e sperimentale, essa persegue un percorso indirizzato a cogliere aspetti della realtà fisica attraverso la ricerca artistica.

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Zero Gravity Evolution

dal 23 novembre 2023 al 28 gennaio 2024

MEET è aperto dal martedì alla domenica, dalle 15.00 alle 19.00

L’ingresso è a pagamento, puoi trovare tutte le info e i costi qui

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