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Evento

Living in the (Un)Real | Hsin-Chien Huang

Continua la connessione tra Milano e Taiwan con Living in the (Un)Real, la prima mostra personale in Italia del new media artist taiwanese Hsin-Chien Huang.

Huang è noto per il suo approccio interdisciplinare che combina gaming, design e arte. Le sue opere nascono da collaborazioni con figure iconiche come Laurie Anderson e Jean-Michel Jarre. 

Vi aspettiamo, dal 14 novembre, per vivere un percorso esperienziale che vi farà riflettere sul complesso rapporto tra tecnologia, arte e spiritualità, affrontando temi cruciali, tra cui sorveglianza, privacy e il potere trasformativo dell’AI. Curata da Julie Walsh, l’esposizione riflette l’impegno di MEET nel costruire ponti culturali e promuovere dialoghi globali attraverso l’arte digitale.

Vivere nell'(Un)real: Un Viaggio Immersivo tra Arte e Sorveglianza

Al primo piano di MEET vi aspetta fino al 19 gennaio 2025, un viaggio immersivo tra installazioni interattive ed esperienze di realtà virtuale con Living in the (Un)real. Vi faremo entrare, attraverso delle installazioni nella prima Gallery, nella vita artistica di Hsin-Chien Huang, facendovi scoprire i suoi processi creativi, dal disegno al video.

Potrete poi scoprire le sue opere in mostra:

Samsara

“Samsara”, la prima opera VR che incontrerete nella mostra, esplora il concetto buddista del ciclo infinito di nascita, morte e rinascita, ambientandolo in un mondo post-apocalittico.
Huang affronta il tema della “cognizione incarnata”, ovvero l’idea che la nostra percezione del mondo sia influenzata dalla natura stessa del nostro corpo. Nell’opera, vi trasformerete in persone e creature diverse durante l’esperienza VR, vivendo l’universo attraverso nuovi corpi. Attraverso questi avatar, esplorerete realtà differenti, vedendo il mondo da prospettive diverse in base alla forma che assumerete. Hsin-Chien offre così l’opportunità di espandere la nostra coscienza, immergendoci in nuove specie e mondi.
La narrazione post-apocalittica di “Samsara” invita a riflettere sulla condizione dell’umanità contemporanea e sulle crisi ambientali che affliggono la Terra. L’opera si fa portatrice di un messaggio di monito sulle scelte dell’uomo e sul possibile destino futuro, esortando a una maggiore consapevolezza.

 

The Eye And I

L’opera di Huang, The Eye and I, esplora il tema della sorveglianza attraverso i secoli, accompagnata dalla musica rivoluzionaria di Jean-Michel Jarre. La colonna sonora può essere fruita in due modalità: in modo lineare, dove tutti gli spettatori in VR ascoltano la stessa musica nello stesso momento della narrazione, o in modo non lineare, permettendo ai visitatori di creare un’esperienza sonora personalizzata in base al loro percorso unico attraverso l’opera, volando tra le sue scene.
Nell’esperienza VR, lo spettatore assume il ruolo di un detenuto all’interno di una prigione con 12 celle. Ogni cella rappresenta un’epoca storica differente della sorveglianza, esaminando come il controllo abbia influenzato la religione, l’arte, la scienza e la vita personale delle persone. Attraverso una serie di viaggi intensi e spesso inquietanti, i visitatori scopriranno le varie forme di sorveglianza che hanno plasmato la nostra cultura e influenzato persino la nostra percezione della realtà.
In un’era in cui siamo costantemente monitorati, The Eye and I trasporta gli spettatori indietro nel tempo e nello spazio, invitandoli a riflettere su cosa significhi essere osservati e come questa esperienza cambi il nostro sguardo sul mondo.

 

Shall We Dance, Milano?

Shall We Dance, Milano?, pensata specificamente per MEET e per la città di Milano, offre al pubblico un’interazione unica con l’architettura milanese. I visitatori fondono i loro movimenti con le strutture cittadine, animando gli edifici e creando un dialogo tra corpo e spazio urbano. Questo processo invita a un’immedesimazione profonda con la città, dove i visitatori diventano protagonisti, occupando gli spazi e scandendo i ritmi di Milano con i loro gesti.
Shall We Dance, Milano? è un’opera d’arte generativa interattiva che, grazie all’intelligenza artificiale, coinvolge il pubblico in un modo completamente nuovo di vivere la città. In un contesto urbano spesso percepito come freddo e frenetico, i visitatori interagiscono con immagini dell’architettura milanese: i loro corpi si fondono con gli edifici, animando le strutture con i propri movimenti. In questo modo, lo spettatore diventa parte integrante di Milano, popolando i suoi palazzi e dando vita a una personale animazione dell’architettura cittadina.
Il percorso esperienziale offerto da MEET invita a riflettere sulla tecnologia non solo come uno strumento pratico, ma anche come una via per l’evoluzione spirituale dell’uomo. Attraverso le opere in realtà virtuale di Hsin-Chien Huang, è possibile perdere la percezione del corpo fisico e immergersi in uno stato alternativo, esplorando nuove dimensioni fisiche e psicologiche dell’essere.

 

Omni Channels

L’opera ci invita a immergerci in una dimensione alternativa, dove i confini tra il reale e il vistruale si fondono. Huang, con Omni Channels ci porta a Taiwan, per le strade di Tapei, dove un ricevitore a banda larga raccoglie 500 frammenti di vita quotidiana senza che la maggior parte delle persone ne sia consapevole.
Le immagini sono (non)reali, combinate e anonimizzate per dissolvere l’identità delle persone riprese, per dare vita a un mondo dove la privacy e l’invisibile diventano materiali artistici. Questi frammenti di vita vengono così trasformati in astrazioni visive, creando un’esperienza che ci spinge a riflettere su cosa significhi osservare ed essere osservati.

 

Bodyless

Bodyless è una rappresentazione intima e profonda, un tuffo nei ricordi di Hsin-Chien Huang e nelle storie che sua madre gli raccontava quando era bambino. Quando la donna è invecchiata, sviluppando una forma di demenza, l’artista ha creato quest’opera con la speranza di poterla aiutare a ricordare alcune delle storie che gli aveva raccontato. Le memorie prenderanno vita attraverso immagini e suoni.
Vi unirete a questo viaggio personale, che si intreccia con un tema più oscuro e universale: i pericoli di una tecnologia sfuggita al controllo. Negli anni ’70, durante la legge marziale a Taiwan, le persone venivano ridotte a semplici numeri all’interno di un sistema oppressivo. Anche se quel capitolo sembra appartenere al passato, oggi risuona con un’inquietante familiarità, mentre le tecnologie emergenti percorrono quella stessa strada.
Le nuove tecnologie sono diventate potenti mezzi per osservare, monitorare e controllare, trasformandoci in un insieme di dati da tracciare e manipolare. L’opera ci invita a porci delle domande su cosa significhi vivere sotto sorveglianza e come la nostra identità possa essere scomposta e riassemblata attraverso i dati.

 

Fino al 19 gennaio 2025, non perdere l’occasione di visitare la prima mostra personale in Italia di Hsin-Chien Huang. Immergiti nelle installazioni interattive, per riflettere insieme sul rapporto tra tecnologia ed esseri umani, sulla natura della coscienza, il suo impatto sulla storia politica e sui traumi sociali, e meditazioni su tempo e memoria.

La mostra è in collaborazione con la Rappresentanza di Taipei in Italia – Ufficio di Milano.

Per maggiori informazioni su costi e orari vi invitiamo a visitare questa pagina. Vi informiamo che la mostra è consigliata ad un pubblico di età superiore ai 14 anni.

 

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