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Digital technology: strumenti per il cambiamento sociale
Geoff Mulgan, Nesta – di cui è attualmente CEO – e la Young Foundation – che ha diretto dal 2004 al 2011 – sono una fonte ricchissima di idee e progetti che mirano a promuovere innovazione sociale, da questa miniera di paper e case-history concrete – tutti scaricabili gratuitamente – emerge chiaramente l’importante ruolo delle tecnologie digitali nell’ispirare nuove pratiche sociali, attivare partecipazione e rafforzare il tessuto civico.
Sul tema delle tecnologie digitali come strumento per il cambiamento sociale, Geoff Mulgan ha fatto un interessante intervento in occasione della Lift Conference 2012 di Marsiglia, che delinea sia le opportunità che i limiti, le barriere da superare per poterle cogliere. In questa lecture sono citati numerosi casi di digital social innovation con un forte potenziale.
Sutton Bookshare: in un momento di significati vincoli di budget imposti alle biblioteche locali, il progetto Sutton Bookshare ha permesso di ampliare l’offerta di libri mettendo in rete i volumi posseduti dalle varie persone del quartiere e facilitando i prestiti reciproci.
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Who Owns My Neighbourhood: un progetto della comune di Kirklees che ha messo a disposizione dei cittadini la mappa di tutti i terreni e dei rispettivi proprietari con l’obiettivo di promuovere e facilitare azioni di ripristino e riconversione e di porre le basi per progetti di urban plannig partecipati.
Tyze: un social network disegnato per facilitare l’assistenza alle persone malate coordinando il supporto professionale di medici e operatori sociali con quello altrettanto indispensabile di amici e parenti.
Maslaha: una piattaforma disegnata per fornire ai giovani di religione islamica una supporto nell’affrontare il problema di come far convivere la loro fede con la vita contemporanea di una società occidentale. Si tratta di una piattaforma semi-crowdsourced, a fianco delle interrelazioni peer-to-peer i ragazzi hanno infatti la possibilità di ricevere consigli da un pool di esperti e di imam.
Mydex: è un progetto che Mulgan definisce particolarmente radicale in quanto propone di ridare ai cittadini il controllo su tutti i loro dati, in modo che ciascuno possa decidere quali dati fornire ad aziende ed enti pubblici ed avere altresì il controllo sul loro effettivo utilizzo.
Nella lecture di Marsiglia, Mulgan mette però anche in luce come le tecnologie non siano di per sé sufficienti a promuovere social innovation, un buon numero di iniziative di crowdsourcing non hanno ad esempio ottenuto i risultati attesi, come nel caso della consultazione pubblica fatta in Nuova Zelanda per il Policy Act.
Secondo Mulgan c’è ancora molto da capire su cosa funziona e cosa non funziona in termini di applicazioni delle tecnologie, abbiamo ancora molto da esplorare, ma di sicuro buona parte del successo di un progetto di social innovation dipende dalla capacità di tenere in equilibrio la tensione tra le istanze di “apertura” e quelle di “chiusura”, tra dimensione gerarchica e orizzontale dei processi, tra impostazioni top-down e bottom-up, tra dimensione virtuale e reale.
Ecco la lecture completa.