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Cronache dal MEETaverso. Pyramid rules al VR Corner
Peccato per chi non c’era. Ma per fortuna non è che un inizio, è dunque quello che è stato il nostro primo incontro ibrido nel Metaverso, dove le persone intervenute sono state per la prima volta da noi da una parte o l’altra dello specchio, veramente insieme.
Che vi scrive è testimone e della lunga frequentazione del MEET nei mondi virtuali e di come sin dagli anni ruggenti dell’esordio di Second Life nel primo mattino del millennio sperimentavamo con entusiasmo la transazione fra mondo reale e digitale, la connessione fra dimensioni popolate da una parte da pionieri come noi desiderosi di sperimentare le infinite forme di comunicazione che ci prospettavano le praterie aperte della comunicazione mediata dalle tecnologie, e dall’altra da realtà culturali come il Meet The Media Guru la cui eredità è ora patrimonio del MEET Center, che sperimentavano con noi e rendevano pubbliche e condivise quelle prime esperienze.
In questa immagine, come si confà ai pionieri, avevamo la nostra sede in una capanna di tronchi di legno: era quello che passava il convento, ovvero l’owner del simulatore in cui eravamo ospitati.
Li preparammo uno schermo virtuale, trasmettendo le immagini riprese durante l’incontro con John Maeda, il 20 febbraio 2007 che moltiplicava i pubblici presenti in tempo reale allo stesso evento, nel mondo oggettivo e nel virtuale.
Esperimenti di streaming ai tempi di Peter Arnett, una novità assoluta, una frontiera che per primi stavamo esplorando. Esplorazione che non si mai fermata, e arriva oggi all’incontro, mi verrebbe da dire fusione, fra evento reale e virtuale che è stato Becomes Humans in wonderland.
Serate in VR, di cui l’evento di ieri sera, è un programma di incontri informali e leggeri che ha come obbiettivo quello di avvicinare la gente alle tecnologie offrendo sempre tre ingredienti fondamentali: Un ospite da conoscere, una storia da ascoltare e una esperienza da vivere.
E ieri sera, c’erano tutti.
C’era Francesco Spadafina, mentore e promotore di una delle più longeve e creative community di italiani nel Metaverso, Pyramid Cafè. Francesco è un community manager nato, se dovessimo etichettarlo, ed è la prova vivente che competenze e titoli non necessariamente vanno di pari passo, che essere skillati, pronti e visionari non è una cosa che si insegna, ma che si può imparare. Una vera esperienza da power user, niente di tecnico, tanta esperienza, tanto lavoro.
C’era Pyramid Cafè, una community che è un vero e proprio laboratorio sociale, la rappresentazione plastica che la user generated content, la creatività generata dagli utenti non è una retorica del digital marketing, e che la solidarietà propria delle community affiatate non è leggenda.
La storia di Pyramid è la storia dell’esperienza dei mondi virtuali sociali, ma è anche la storia della realtà con tutte le esperienze che la virtualità non esclude: anche i conflitti, anche le rivalità, ma che non hanno impedito alla comunità di svilupparsi in più mondi virtuali, essere il connettore e l’amplificatore di tutte le community – e non sono poche – presenti nel Metaverso.
C’era l’esperienza dell’immersione perché chi voleva porre una domanda, oltre la “finestra Magica” realizzata da Enrico Carmine Ciliberti, chi desiderava conoscere le persone raccolte dall’altra parte della schermo, indossando il visore avevano modo di vivere in prima persona la “compresenza”, potremmo definire così l’impressione viva e tangibile di “essere lì” e questo permette – così ci raccontano e ci crediamo – che si instauri una empatia particolare che rende naturale riconoscere nell’avatar, la persona.
Da cosa nasce cosa.
Crediamo fortemente nell’integrazione delle comunità creative con il progetto del MEET Center, pensiamo che un luogo di incontro fisico, un centro di gravità possa essere il punto di partenza e di raccordo delle esperienze della virtualità e della realtà: chi non va, non vede.
Un grazie particolare va Salahzar e Petra Skachova che ci hanno supportato dal mondo. virtuale
Le foto di questo incontro sono di Tommaso Correale Santacroce e Enrico Carmine Ciliberti.