Post
#FutureWays. Il racconto del Guru Day 2
Dopo avervi raccontato il Guru Day 1, eccoci a riassumere il Guru Day 2 della Special Edition Future Ways, una finestra sugli stili di vita dei prossimi 10 anni. Meet the Media Guru, che l’ha ideata insieme all’Institute without Boundaries di Toronto, per la sua realizzazione conta sul supporto dell’official partner Fastweb, dei partner Artemide, Fondazione Fiera Milano, Camera di Commercio Milano, Comune di Milano, Città di Toronto e del sostegno del Consolato Generale dei Paesi Bassi a Milano.
Anche venerdì 12 giugno lo start di #FutureWays è stato alle 15.30 alla Mediateca Santa Teresa. Ad aprire le danze è stato Derrick De Kerckhove, Sociologo della cultura digitale e Direttore di Media Duemila ha offerto una panoramica su etica e trasparenza nell’era dei Big Data riprendendo temi quali politica e controllo già evidenziati da un altro ospite, Lawrence Lessig.
Dopo il videocontributo di Steve Mann in qualità di padre del Wearable Computing, riprendere il tema del design – sviscerato in lungo e in largo nel primo dei Guru Days – è toccato a Mark Rolston, Designer e fondatore di argodesign: secondo Rolston, nei prossimi dieci anni il design si farà progressivamente invisibile con sistemi cognitivi sempre più integrati della vita quotidiana.
Freddy Paul Grunert, Visual artist e curatore al ZKM, ha presentato al pubblico presente in sala e alle persone collegate in streaming da tutta Italia uno progetto elaborato insieme all’astrofisico Fabrizio Tamburini sul fotone come canale di trasmissione dati e nelle teste di molto è balenata una domanda: sarà mai possibile il teletrasporto?
La docente di Visual & Environmental Studies ad Harvard, Giuliana Bruno, ha affrontato il tema delle superfici.
Schermi di device elettronici, facciate riflettenti, installazioni visive stanno diventando membrane sensibili attraverso cui viviamo relazioni sempre più partecipate e emozionali candidandosi ad essere una seconda pelle, una pellicola tattile prima ancora che visiva.
Dalle superfici alla Realtà Aumentata con Keiichi Matsuda, artista e visual designer, che ci ha spiegato come la comunicazione del futuro passerà attraverso interfacce tecnologiche che diventeranno la realtà.
Mentre #FutureWays tornava ad essere trending topic su Twitter, era l’ora del talk di Paola Antonelli, Senior Curator Architettura e Design e Direttore Ricerca e Sviluppo del MoMA di New York, che metteva al centro della discussione il futuro i musei. Dall’avvento dei primi siti alle mostre solo on line, oggi un pezzo da museo ha smesso di dover essere soltanto fisico. Alla categoria possono appartenere videogames, caratteri speciali, macro-progetti tematici. Elemento chiave, oggi come fra dieci anni, resta la capacità di coinvolgere il pubblico dentro e fuori dal museo.
Dopo il networking time nel giardino della Mediateca curato dal Tempio d’Oro, il pubblico in sala e quello collegato da tutto lo stivale si è goduto un assaggio di VOX.solo, performance di danza interattiva curata da Ariella Vidach e Claudio Prati di AiEP. Di Visual Media Art si è parlato con Luc Courchesne che ha sottolineato come anche l’esperienza dell’arte si configuri come scambio reale-virtuale. Un’immersione destinata ad impattare profondamente sulle performing arts.
A chiudere la seconda e ultima tranche dei Guru Days è stato Marcus Wendt, visual graphic designer che, assieme al suo team FIELD, mescola visioni immaginifiche e tecnologie avanzate come quelle dei droni, creando scenari futuribili e visionari.
Al pubblico di #FutureWays diamo appuntamento a venerdì 26 giugno sempre alla Mediateca dove si terrà la serata Toronto meets Milano con l’anteprima del documentario realizzato durante la Special Edition. Sarà l’occasione per elaborare le visioni del futuro per le due città, gemellate dal 2003, e condividerle insieme.