È stata una giornata intensa quella di sabato 18 dicembre per il NAO Performing Festival al MEET.
Un brainstorming fertile ed importante – così lo definisce Carlo Infante, amico di MEET che si occupa, dai primi anni ’70, delle nuove forme della comunicazione, seguendo con attenzione progressiva gli scenari della trasformazione culturale scanditi dall’evoluzione tecnologica.
In questa pubblicazione ripercorre quanto è stato analizzato e discusso nell’incontro dal titolo “Corpografie Virtuali. Corpo e performance nell’era virtuale”.
Era troppo presto ed eravamo troppo pochi ma il clima del dibattito che si sviluppò in Italia in quel periodo fu straordinario, uno dei più fervidi in Europa. Dopotutto l’Italia è un Paese di pionieri eppure al contempo è lento e farraginoso, senza ricambi generazionali, distratto e con memoria fallace.
Ma è proprio su quest’ultimo punto che MEET potrà svolgere un ruolo nevralgico.