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VR & NFT: il futuro dell’Arte | di Giulio Bozzo

di Giulio Bozzo, Founder e CEO di Reasoned Art

La rivoluzione dell’arte è appena cominciata: il ruolo del collezionismo e la fruizione delle opere d’arte stanno cambiando notevolmente grazie all’ausilio delle nuove tecnologie. Oggi, attraverso la tecnologia blockchain e l’utilizzo dei token non fungibili (NFT), stiamo assistendo alla nascita di un nuovo paradigma, figlio del processo di digitalizzazione e del cambio generazionale in atto, destinato a modificare i modi in cui si colleziona un’opera d’arte digitale. La realtà virtuale, invece, rende possibile un nuovo livello di fruizione dell’opera d’arte ponendo “lo spettatore nel centro del quadro”, come scrisse profeticamente Umberto Boccioni, pittore e scultore italiano nel manifesto della pittura futurista del 1910. 

Blockchain e Smart Contracts 

La tecnologia blockchain, letteralmente catena di blocchi, è un registro digitale che può essere aggiornato solo attraverso il consenso della maggior parte dei partecipanti del sistema. I dati sono verificabili da chiunque e non possono essere in alcun modo manipolati. Viene perciò garantita totale trasparenza per ogni operazione registrata al suo interno, eliminando così la necessità di intermediari. Le applicazioni più frequenti della blockchain sono le criptovalute (le più popolari sono Bitcoin ed Ethereum). L’evoluzione di questa tecnologia ha portato alla creazione degli smart contracts, definibili come clausole contrattuali adempite automaticamente sulla base di determinate condizioni predeterminate dalle parti. I token non fungibili, i noti NFT, ne rappresentano una delle applicazioni più interessanti ed utilizzate.

NFT e Cryptoarte

È necessaria una precisazione per poter realmente capire cosa sono i tanto discussi token non fungibili. Come sappiamo, il denaro è un bene fungibile poiché una banconota da 10 Euro è intercambiabile con un’altra banconota dello stesso valore. Invece, un’opera d’arte è un bene non fungibile poiché possiede caratteristiche uniche come la proprietà intellettuale che, al contrario, non è intercambiabile. Gli NFT sono certificati di autenticità che garantiscono unicità e rarità ad un determinato bene digitale, che per sua natura è facilmente copiabile e replicabile. La cryptoarte, definita come arte digitale certificata e venduta tramite blockchain e NFT, rappresenta uno dei principali casi d’uso di questa nuova tecnologia. 

Le prime sperimentazioni di cryptoarte nascono a New York nel 2017 con i progetti artistici di Rare Pepe e dei CryptoPunks. Nel marzo del 2021 il settore è diventato mainstream per via della vendita record di un’opera da $69 milioni dell’artista americano Beeple, “Everydays: the First 5000 Days”, tramite la famosa casa d’aste Christie’s. 

Blockchain e NFT hanno la possibilità di innovare uno dei settori meno digitalizzati nel panorama delle industrie creative e culturali. Il mondo dell’arte necessita di una scossa positiva che tenda verso un rapporto più diretto con il pubblico e una maggior democratizzazione del mercato. Grazie alle caratteristiche di queste tecnologie si possono risolvere gli ingenti problemi del mercato dell’arte come: l’autenticazione di un’opera d’arte fisica e/o digitale (ad oggi più del 50% delle opere in circolazione sono false o di errata attribuzione); la tracciabilità e la trasparenza delle transazioni; lo storico, la provenance e il pricing di un’opera e, infine, il diritto di seguito per gli artisti nel mercato secondario. Si creano perciò le condizioni per un mercato basato sulla fiducia in cui possono essere coinvolti anche attori che fino ad oggi non hanno avuto la possibilità di parteciparvi. 

Attraverso un’attività sinergica tra i professionisti del settore e i pubblici (le cosiddette community) si possono creare le basi per la nascita di un nuovo ecosistema delle arti attraverso l’utilizzo oculato e sapiente delle nuove tecnologie. Trovare il giusto equilibrio tra online e offline (onlife), etica ed estetica, economia e cultura, globale e locale (glocal), quantità e qualità, attività e passività, può rappresentare la carta vincente. D’altronde in medio stat virtus. 

VR e NFT

Nel 2016 a Palazzo Reale, Milano, è stata presentata l’opera “Hyperplanes of Simultaneity”, considerata un esempio virtuoso dell’unione di tradizione e innovazione: un connubio tra realtà virtuale e pittura. 

Fabio Giampietro, uno dei crypto artisti italiani più ricercati, ha ritratto immaginifiche città ideali su una tela di 10 metri di lunghezza lavorando sulle dimensioni prospettiche per realizzare un particolare cono ottico. Questo, viene utilizzato dall’Oculus Rift (un visore VR) che trasporta lo spettatore all’interno di una realtà virtuale al fine di espandere l’opera nelle tre dimensioni. Lo spettatore prova così una sensazione spettacolare che parte da un elemento tangibile, la tela, per giungere in un universo parallelo, la realtà virtuale. Nello stesso anno “Hyperplanes of Simultaneity” ottiene il Lumen Prize, un premio internazionale per le migliori opere d’arte realizzate con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Il progetto di Fabio Giampietro è stato realizzato con la collaborazione dell’artista digitale Alessio De Vecchi. L’opera è stata suddivisa in tre edizioni, ciascuna delle quali tokenizzata su Super Rare (una delle più famose piattaforme di cryptoarte) riscuotendo un grande successo. Nel complesso il valore di mercato raggiunto è stato di $38.000. Il collezionista che acquista l’opera ottiene l’opera d’arte digitale statica, l’Oculus per poter vivere l’esperienza in VR e la tela fisica. Un perfetto mix tra reale e virtuale. 

Un altro esempio di notevole interesse è rappresentato dall’artista digitale Anna Zhilyaeva. Nel 2018 è stata organizzata, all’interno del Museo del Louvre di Parigi, una live performance in VR della durata complessiva di tre ore. L’artista ha reinterpretato l’iconico dipinto di Eugène Delacroix, “Libertà che guida il popolo”, creando un’esperienza sensazionale mai vista prima. Anna Zhilyaeva, per realizzare l’opera, si è immersa nella realtà virtuale e ha dipinto, tramite gli appositi controller, la sua innovativa versione della famosa tela del 1830. Grazie ad un monitor che trasmetteva in diretta l’operato dell’artista francese, il pubblico ha potuto ammirare il processo artistico in tutti i suoi molteplici aspetti. Un progetto rivoluzionario avente l’obiettivo di creare consapevolezza sull’utilizzo del digitale in tutte le sue forme, dando giustizia alle nuove sperimentazioni a cui stiamo assistendo da ormai qualche anno. L’opera è stata successivamente tokenizzata su Super Rare e venduta per $33.000.

Metaversi: il futuro della socialità 

In principio furono i videogiochi, che tramite il multiplayer online, riuscirono a creare una forte connessione tra utenti provenienti da ogni parte del globo. Si giocava in un ambiente virtuale (senza l’ausilio del visore) in cui intrattenimento e relazioni sociali convergevano, creando i presupposti per ciò a cui stiamo assistendo oggi. 

Il 24 Aprile 2020, in piena pandemia da Covid-19, all’interno di uno dei videogiochi più utilizzati dalle nuove generazioni, Fortnite, si è svolto un concerto di Travis Scott, celebre rapper americano. Gli appassionati hanno così potuto godersi l’evento in compagnia, con l’ausilio della realtà virtuale, creando un precedente che farà storia. 

Esistono metaversi quali Decentraland, Somnium Space, Sandbox in cui gli utenti possono acquistare un bene digitale come una terra virtuale in cui costruire un’abitazione ed esporre la propria collezione di opere d’arte, tutto ovviamente sotto forma di NFT. Questi ambienti si stanno evolvendo velocemente e rappresentano un ottimo esempio delle nuove comunità virtuali. E quando si parla di community/social ovviamente Mark Zuckerberg è presente. Il CEO di Facebook ha annunciato che il prossimo step dell’azienda sarà l’implementazione del metaverso. Ennesimo segnale che le nostre vite cambieranno radicalmente tra pochi anni. Secondo Craig Donato, CEO di Roblox, ciò che internet rappresenta per l’informazione, il metaverso rappresenterà per le connessioni sociali. La concezione dello spazio fisico e del tempo sta cambiando definitivamente e se nel 1909 i futuristi scrissero che “il tempo e lo spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente”, oggi che cosa dovremmo pensare? 

Il metaverso, anche grazie alla possibilità di usare il VR per immergersi completamente nell’ambiente virtuale da noi preferito, rappresenta il trend del momento. Gli sviluppi del settore determineranno le relazioni sociali del futuro perciò, ci si augura che il tutto sia pensato secondo un design etico e un approccio onlife. Il fenomeno hikikomori ci serva da lezione. 

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