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Verso Lev Manovich e la software culture 16/04/2010
Meet the Media Guru FOCUS
“Software Culture”, nuovi paradigmi antropologici, nuova sintassi del contemporaneo
16 aprile 2010 – 19:00
Mediateca Santa Teresa – Milano
Il software come anima della cultura contemporanea, nuova interfaccia con il mondo, con la nostra memoria e la nostra immaginazione, linguaggio e motore universale della società dell’informazione globale.
A dieci anni di distanza da Il Linguaggio dei Nuovi Media, torna Lev Manovich per espandere il racconto dei nuovi scenari digitali che stanno radicalmente trasformando la cultura e la società nel suo complesso.
La cultura contemporanea è creata o mediata dal software culturale, utilizzato da milioni di individui, che trasporta atomi di cultura sotto forma di contenuti mediali, informazioni e interazioni umane. Il testo di Manovich è la prima storia dello sviluppo della software culture e del suo ruolo nella definizione dell’estetica e dei linguaggi visuali utilizzati oggi dai media.
Ma che cos’è la software culture? È un concetto e una realtà antropologica in cui siamo totalmente immersi senza rendercene conto. Una colla invisibile che tiene insieme i sistemi sociali, economici, culturali e politici della società. E qual è l’origine della software culture? In che modo le sue metafore e le sue tecnologie sono comparse sulla scena? Perché i critici culturali e gli studiosi dei nuovi media dovrebbero interessarsi alla cultura del software?
Perché il software è oggi la nostra interfaccia con il mondo, con gli altri, con la nostra memoria e la nostra immaginazione; un linguaggio universale attraverso cui il mondo comunica e un motore universale grazie al quale il mondo si muove.
Tutti oggi condividiamo una nuova sintassi: quella del software, che ha permesso la nascita della società dell’informazione. La software culture è una componente essenziale del vivere sociale e la nostra è inequivocabilmente una software society immersa in una software culture.
Software Culture, la nuova opera di Lev Manovich, è un libro aperto, un testo in dialogo con i lettori. È un’intuizione, un salto di paradigma, una presa di consapevolezza sulla trasformazione culturale in atto.